G30: La Riunione dei Padroni del Mondo
Viene abbreviato in G30, il super-gruppo formato da un organismo internazionale di finanzieri, leader e accademici che mira a detta degli stessi, ad “approfondire la comprensione” delle questioni economiche e finanziarie e ad “esaminare le conseguenze delle decisioni” prese nei settori pubblici e privati. Il clan è composto da 30 membri e comprende i capi dei principali gruppi bancari così come illustri membri del mondo accademico e delle istituzioni internazionali.
Il G30, aggiunge Antonini, che tiene due riunioni plenarie ogni anno ed è incaricato di organizzare seminari, convegni e altro ancora.
Fondato nel 1978 da Geoffrey Campana su iniziativa della Fondazione Rockefeller, sua sostenitrice finanziaria fin dalla sua nascita, ha avuto come primo presidente Johannes Witteveen, ex direttore di gestione del Fmi, Fondo monetario internazionale.
Oggi il “Group of 30” è presieduto nientemeno che da Jean-Claude Trichet, predecessore di Draghi a Francoforte.
Sono gli stessi i nomi che ricorrono nelle super-lobby internazionali: lo stesso Rockefeller, cinque anni prima, aveva fondato la Trilateral Commission, nome che deriva dalle tre aree di maggior sviluppo capitalistico (Nord America, Europa e Asia,). Ognuna delle tre aree ha un suo presidente: per l’Europa è stato Mario Monti, finché non è divenuto premier in Italia. A sostituirlo ha provveduto l’onnipresente Trichet, mentre l’attuale referente italiano della Trilaterale è l’ex rettore della Bocconi, Carlo Secchi.
Della Commissione, strettamente collegata al G30 fanno parte ancora altre 400 persone tra cui banchieri, politici, editori, giornalisti e accademici. Dato il profilo anche istituzionale (ex capi di Stato e di governo) l’organismo planetario si presenta in una veste quasi “ufficiale”, ma vi si può entrare esclusivamente su invito.
La Trilateral Commission aggiunge Antonini è considerata una filiazione diretta del Gruppo Bilderberg, di cui condivide membri e ideologia. «Il suo nome deriva dall’albergo in cui s’è riunito il consiglio la prima volta nel ‘54, l’hotel Bilderberg di Oosterbeek, per iniziativa del principe Bernardo d’Olanda».
Il Bilderberg è «il più ristretto, esclusivo e segreto delle società (o setta) “internazionalista”». E’ governato da un comitato esecutivo di cui fanno parte circa 30 persone, rielette ogni quattro anni, tra le quali per l’Italia lo stesso Monti e Franco Bernabè.
«Il Gruppo si riunisce una volta l’anno in località esclusive e hotel di lusso, protetto da guardie armate che non fanno avvicinare nessuno, in particolar modo le testate giornalistiche.
Le date e i luoghi sono segreti e chi vi è invitato ha l’obbligo della riservatezza, pena l’esclusione. Tra i nomi italiani l’ex ministro Giulio Tremonti, John Elkann (gruppo Fiat), Paolo Scaroni dell’Eni e, prima di loro, l’ex ministro prodiano Tommaso Padoa-Schioppa, super-tecnocrate di alto rango, tra i massimi padrini dell’euro. «Alcuni credono che facciamo parte di una cabala segreta che manovra contro gli interessi degli Stati Uniti», scriveva nelle sue memorie David Rockefeller, consapevole dei sospetti di “internazionalismo”.
Ovvero: “Cospirare per costruire una struttura politica ed economica integrata, un nuovo mondo, se volete”.
Il miliardario più famoso del globo non si lasciava certo intimorire, diceva: “Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole e sono orgoglioso di esserlo”.
Secondo Rockefeller, gli innocenti “Bilderbergers” sono «in cerca dell’era del post-nazionalismo». E spiegava, a modo suo, che si trattava di contribuire a costruire il “nuovo mondo”, quello in cui «non avremo più paesi, ma piuttosto regioni della Terra circondate da valori universali». Una visione in apparenza filantropica, in realtà fondata su «un’economia globale» guidata da «un governo mondiale». Attenzione però, un governo «selezionato, piuttosto che eletto», e naturalmente illuminato da «una religione universale».
Per raggiungere questi obiettivi egemonici, illuminati dalla luce sublime dell’amore universale, i “Bilderbergers”. Scriveva sul “New York Times” un certo William Shannon, ambasciatore in Irlanda perJimmy Carter e naturalmente membro del Bilderberg. Parola d’ordine, per il “democratico” Shannon: “minore consapevolezza da parte del pubblico in generale”.
Ovvero: sistematica manipolazione, preventiva, dell’opinione pubblica occidentale.
Quello dei “Bilderbergers”, scrive ancora Checchino Antonini, è uno sforzo costante contro quelli che vengono definiti, testualmente, gli «eccessi della democrazia». Alla lettera: troppa trasparenza e troppa condivisione a livello popolare finiscono per costituire un intoppo al libero corso dei buoni affari…
Le élite mondiali temono che la democrazia possa rallentare il capitalismo globalizzato, con un vero e proprio «sovraccarico del sistema decisionale», che può essere «all’origine della crisi economica». Meglio quindi pilotare gli avvenimenti e fornirne una versione manipolata, ad uso e consumo degli ignari e inconsapevoli cittadini.
Il barone Denis Winstop Healey, due volte ministro britannico a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70, ne era convinto: «Quel che accade nel mondo non avviene per caso; si tratta di eventi già decisi e tavolino sia che abbiano a che fare con questioni nazionali o commerciali». E attenzione: «La maggioranza di questi eventi aggiunge il barone Healey sono inscenati da quelli che maneggiano la finanza».
Le idee e la linea politicache vengono discussi dagli incontri annuali del Gruppo Bilderberg scrive Daniel Estulin, un giornalista spagnolo che ha scritto il libro: (“The true story of the Bilderberg Group”, TrineDay) sono poi usati per «creare le notizie di cui si occuperanno le maggiori riviste e i gruppi editoriali del mondo». Lo scopo, aggiunge il reporter iberico, è proprio quello di «dare alle opinioni prevalenti dei “Bilderbergers” una certa attrattiva, per poterle poi trasformare in politiche attuabili.
Altro obiettivo dichiarato: «Far pressione sui capi di Stato mondiali per sottometterli alle “esigenze dei padroni del mondo”». Sottomissione, padroni: il dispotismo neo-medievale del Bilderberg, perfettamente allineato con la visione della Trilaterale e del “Gruppo dei 30”, ha bisogno di sostegno quotidiano e informazione mediatica, per trasformare l’ideologia in verità comunemente accettata. Nessuna illusione: «La cosiddetta “stampa libera mondiale” usata come propaganda di verità assoluta dall’elite che detiene il potere mondiale.
Federica
Fonte: http://www.mednat.org/padroni_sanita_mondo.htm
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