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IL VALORE DELLA SOFFERENZA.

A volte capitano dei momenti nella vita in cui soffriamo, in cui siamo sconfortati e sentiamo di star “perdendo” la fede o la fiducia, è un momento di trasmutazione in cui anche il corpo fisico ne risente, spesso in questi momenti è come se si avesse la percezione che esiste un qualcosa che non vogliamo più o qualcosa che vorremmo e non abbiamo.

 A volte è un qualcosa di indefinito, altre di specifico.

 

Ciò che soprattutto sentiamo è una sofferenza che vorremmo scacciare per tornare a star bene.

In questi momenti si vive una separazione e ce ne accorgiamo anche semplicemente da come definiamo il nostro stato: “sono triste, vorrei esser felice”, “sono scoraggiato, mi manca l’entusiasmo”,  “ho perso la fede, non credo più a niente” , “non voglio più soffrire, voglio star bene”.

Questo capita soprattutto quando lo stato di dolore ha un grande carico emozionale ed è una sensazione diversa, ovviamente, dal provare una sofferenza per un mal di testa o perchè qualcosa che per noi aveva poca importanza non si è realizzato. 

Son i momenti in cui ci si sente profondamente infelici e per niente allineati.

 

Non ci rendiamo conto che non è possibile restare nella gioia ed aver fede senza provare mai la sofferenza e la sofferenza arriva anche per ricordarcelo. 

 


Ciò che è invece possibile è essere nella fede nonostante il dolore perchè la fede non è uno stato che si acquisisce e poi “il lavoro” è finito ma è la costante capacità di esser presenti.

La presenza è ciò che ci permette, quando siamo totalmente sfiduciati, quando abbiamo un punto di vista distorto, di tornare allineati.

 

Non importa tanto “come” tornare ad esser allineati e presenti, che sia grazie alla meditazione o che sia grazie al far un qualcosa di pratico che ci permette di esser focalizzati sull’azione che stiamo facendo, ognuno deve trovare il suo modo, ciò che serve in questi momenti è trovare un qualcosa, che permetta di ritornare in uno stato di osservazione.

 

Lo stato di osservazione ci fa rendere conto che, semplicemente, soffrire è naturale e non solo, che la sofferenza in sè non è inutile ma contiene uno o più  messaggi, primo fra tutti proprio che non siamo allineati.

Ci dice, spesso e volentieri, che abbiamo un punto di vista distorto sulla nostra esistenza o che stiamo compiendo azioni che non riflettono ciò che siamo veramente.

 

A volte la funzione della sofferenza è che ci obbliga a tornare in noi per poter far luce su cosa stiamo facendo che non è in sintonia con ciò che siamo, altre è uno stimolo ad evolvere, a non sentirsi sbagliati, a perdonarsi davvero per gli errori commessi in passato che hanno creato la realtà presente in cui invece di esser grati per la possibilità di cambiare, ci autocommiseriamo.

 

La sofferenza ci ricorda che l’esser allineati non è una semplice conquista ma un percorso costante.

 

A volte si soffre solo perchè lo stato di dolore è estremamente efficace, se vissuto totalmente, per rendersi conto di ciò che davvero è importante.

Non viviamo in paradiso e abbiamo una mente che desidera ed è impaziente, la vita spesso è una sfida e le esperienze creano contrasti e fastidi: esser presenti e osservarci, osservare la parte di noi che sta male, accettare la sofferenza e la sua funzione ci permette di riconoscerne anche la bellezza e la forza, di riconoscere la potenza di quella parte di noi profonda che vuole far luce sui nostri veri desideri, su ciò che conta davvero.

Ogni volta che arriva il dolore, guarda caso, quando è davvero profondo, molte cose che sembravano esser importanti non lo sono più, passano in secondo piano e restano solo quelle essenziali che ci permettono di compiere azioni mirate.

 

Non desideriamo più soldi, successo o banalità, desideriamo solo stare bene, avere un sollievo e il focus è immediato su ciò che può darci quel sollievo, è come se avessimo un reset interno che ci fa ristabilire le priorità e ad apprezzare ciò che prima nemmeno consideravamo: la sofferenza, infatti, spesso, ha la grande funzione di renderci grati per le cose semplici che però hanno un grande valore e che la nostra mente aveva messo da parte, presa da pensieri disfunzionali, “cose semplici” come poter dare e ricevere affetto, poter passare tempo con se stessi, gosersi la natura. 

 

La sofferenza ci ricorda che la vita è un alternarsi di gioie e dolori, di momenti in cui si perde il filo e bisogna ritrovarlo e che vivere è un viaggio continuo in cui solo se si riesce ad abbracciare la propria parte in ombra, il proprio dolore,  a capirne il senso fin in fondo, si può poi godere della gioia e della luce.

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