Le conseguenze della Guerra del Vietnam: i bambini malformati a causa dell’agente arancio.

L’incubo della Guerra del Vietnam non è ancora finito, le colpe del governo americano non sono ancora finite! Avvolte le guerre continuano a essere combattute senza armi, la gente continua a lottare, continua a soffrire, a pagare per colpe che non ha. Ma lo fa con il sorriso, e soprattutto con la voglia di vivere, anche quando tutto sembra non avere un senso. La storia che voglio raccontare è quella della generazione dei “morti viventi” , una delle conseguenze più gravi della Guerra del Vietnam.

Ancora oggi biologi, medici e scienziati stanno cercando di capire l’entità dei danni causati da 72 milioni di litri di erbicida, chiamato “agente arancio” e che contiene una forte dose di diossina, lanciati su buona parte del Sud Vietnam. Stiamo parlando dell’operazione militare chiamata “Operation Ranch Hand” (operazione bracciante agricolo), che qualche simpaticone del pentagono soprannominò “Operazione Inferno”. L’operazione consisteva nell’uso massiccio di defolianti sulle foreste del Sud Vietnam, in modo che i nemici vietcong non avessero più un posto dove nascondersi, e come sappiamo questa era una delle migliori armi a loro vantaggio. Gli americani ebbero questa “brillante” idea ispirandosi al generale britannico Sir Robert G.K. Thompson che aveva represso con successo la guerriglia in Malesia nel secondo dopoguerra. Sir Robert Thompson è colui che disse: “Se il guerrigliero è un pesce nell’acqua, bisogna levare l’acqua e il pesce morirà”. Gli americani applicarono alla lettera questa massima tentando di trasformare le foreste del Sud Vietnam in un deserto.

L’operazione ebbe inizio nel 1961 e fu sospesa nel 1971, sotto la spinta di ecologisti e  potenti agricoltori americani. Purtroppo l’operazione Ranch Hand fu bloccata solo ufficialmente, i militari americani continuarono con l’irroramento di erbicidi tramite aerei fomiti da Australia e Thailandia. Quando finalmente gli americani posero veramente fine alle operazioni con i defolianti, il Congresso di Washington costituì un comitato per esaminare “gli effetti degli erbicidi nel Vietnam meridionale”. Mentre la guerra si avvicinava alla fine il comitato cercava di raccogliere informazioni in loco per valutare l’ampiezza delle distruzioni dell’ambiente e verificare la teoria secondo la quale tra le popolazioni delle zone irrorate si riscontravano con maggiori frequenze malformazioni nei feti, aborti spontanei ed irregolarità cromosomiche.

Le indagini iniziarono già nel 1970 con il professor Ton That Tung e continuarono nel 1974 con la dottoressa Phuong, affermando che, tra le 3 sostanze utilizzate nell’operazione Ranch Hand chiamate “l’agente bianco”, “l’agente blu” e “l’agente arancio”, quest’ultima avesse degli effetti nocivi, non solo per la generazione presente, ma anche per quelle future.

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