No alla legge bavaglio! Spagna le prime vittime. La legge passerà anche in Italia.
Queste sono le storie delle prime vittime, colpevoli di criticare polizia e politici (in rete e non).
Dopo due mesi dall’entrata in vigore della “Legge di Sicurezza Cittadina”, il governo spagnolo ha iniziato a sanzionare le vittime della “tratta”. Accusata di atti di provocazione sessuale nella via pubblica per l’esibizione oscena del corpo, con l’obiettivo di “accalappiare” clienti, con il conseguente rischio per la sicurezza. Ecco le colpe di Svetana (nome inventato per i media), una prostituta di origine rumena, portata a Madrid dalle mafie della “tratta”. Ora dovrà pagare una multa di 600 euro allo Stato spagnolo. La cosa preoccupante è che la polizia non ha per nulla preso in considerazione il fatto che lei è una vittima. “Quella donna non stava vendendo il proprio corpo in strada per decisione propria. Né lei, né la maggior parte delle donne straniere che si prostituiscono nelle vie della capitale. Sono prigioniere dello sfruttamento delle mafie, vittime degli spacciatori di persone”. Le multe indiscriminate, secondo quanto afferma la ONG, potranno contribuire a complicarne la vita perché i loro “aguzzini” le faranno sparire dalla strada e le sposteranno in appartamenti, “posti invisibili”, dove sarà molto più difficile per le associazioni come APRAMP poterle aiutare.
Scrive su Facebook che la Polizia è una “casta di pigri”
Eduardo Díaz, 27 anni, agente commerciale laureato in Storia e con un Master alle spalle è una delle prime persone che sono state sanzionate con la “Ley Mordaza”. Che cosa ha fatto? Ha semplicemente pubblicato uno status su Facebook. La disoccupazione nella sua città, Güímar nelle Canarie, ha raggiunto ormai il 40%: questa è stata una delle principali ragioni per cui l’uomo ha deciso insieme ad alcuni amici di aprire una pagina su Facebook che pubblica notizie di politica locale, informazione e contestazione sociale. Lo status “incriminato” è una critica al sindaco del PP per aver deciso di trasferire la sede della Polizia, che Eduardo nomina “una casta di pigri” (“casta de escaqueados”, che trovano scuse per non fare il loro lavoro). La sanzione è scattata appena sei ore dopo la pubblicazione dello status sul social. Le forze dell’ordine hanno bussato alla sua porta consegnandogli una multa per infrazione lieve alla Legge di Sicurezza Cittadina (da 100 a 600 euro). “Non sono favorevole agli insulti alla Polizia […] però credo che, essendo un cittadino che paga le tasse, sono libero di dire la mia su una decisione del governo”. Questo però non avviene in Spagna.
300 euro di multa per aver chiamato “amico” un poliziotto
L’agente di polizia ha giudicato un comportamento “eccessivo”, quello fatto da un camionista di Malaga che si è rivolto a lui chiamandolo “colega” (amico) durante un controllo stradale. Lo sventurato è stato multato per “mancanza di rispetto e considerazione ad un membro delle forze dell’ordine”. Nel verbale della multa viene citato che dopo aver richiesto al camionista di sottoporsi all’etilometro, l’uomo si sarebbe rivolto agli agenti in modo “dispregiativo e sconsiderato, usando la parola ‘colega’ in presenza di viandanti”. Infrazione lieve, 300 euro, ridotti alla metà se si paga nell’atto, per aver ferito l’ego degli agenti.
Vietato criticare i politici in pubblico
Javier Maroto è l’ex sindaco di Vitoria, capoluogo dei Paesi Baschi. Maroto è conosciuto per i suoi discorsi xenofobi e populisti e molte volte ha ricevuto accusato per aver acceso la miccia del razzismo nella cittadina. Durante il suo mandato infatti, si sono verificati svariati atti di violenza verso la comunità di immigrati. La causa può essere attribuita ai suoi slogan: “Non manca il lavoro, eccedono gli immigrati”, “Stop ipocrisia, prima gli spagnoli”, grazie a cui si è guadagnato la fama di sindaco anti-invasione. Il lettore più attento avrà riscontrato qualche somiglianza con alcuni dei nostri politici. Questo inverno i suoi sostenitori di ideologia neonazi hanno letteralmente riempito l’associazione dei residenti africani con questi cartelli.
Pochi giorni fa, durante una raccolta firme organizzata dal suo partito (PP) per cancellare gli aiuti agli immigrati, un passante ha criticato aspramente l’ex sindaco urlandogli: “Sin vergüenza!” (svergognato, un insulto molto usato diretto ai politici) e rammentandogli la sua implicazione in un processo per concussione. “Firmerò quando quelli del tuo partito restituiranno i soldi che hanno rubato”, gli ha detto prima di andare via. Mentre si stava dirigendo verso la sua auto, uno degli agenti di scorta gli si è avvicinato, l’ha identificato e gli ha comunicato che gli sarebbe arrivata una multa di 200 euro, con l’accusa di: “Alterare la sicurezza collettiva e creare disordine nello spazio pubblico”. Questa non è certo la prima volta che Maroto usa la legge come arma contro i contestatori. Dalla testimonianza di un altro cittadino di Vitoria che lo aveva accusato in pubblico di fomentare una campagna razzista, il politico avrebbe risposto: “Bello, questo ti costerà una multa di 350 euro”. È la Legge.
Una foto proibita: L’auto della polizia parcheggiata in sosta vietata
Conoscete il fenomeno dei gruppi di Facebook come Sei di Milano se…? Alcuni di questi sono molto comuni anche in Spagna (girati in modo negativo, Non sei di Madrid se non ecc…). Le persone usano questi gruppi per condividere momenti di vita quotidiana, lamentele, o critiche della propria città. È il classico gruppo contenitore dove tutto vale: scherzi, ricordi, meme in dialetto, foto, polemiche, litigi virtuali, e tanto altro.
Secondo una cittadina di Petrer (Alicante) non sei di Petrer se non… “Parcheggi dove cazzo vuoi e per giunta non ti fanno la multa”, con in allegato la foto di una macchina della Polizia in un parcheggio per disabili. Nessuna novità, chissà quante volte abbiamo visto su Facebook questo tipo di denunce? Il problema è che l’articolo 36,23 della nuova legge considera un’infrazione grave (da 600 a 30.000 euro di multa). “L’uso non autorizzato di immagini o dati personali o professionali delle autorità o dei membri delle forze dell’ordine che possano mettere in pericolo la sicurezza personale o familiare degli agenti, delle installazioni protette o a rischio l’esito di un’operazione, con rispetto fondamentale al diritto all’informazione”.
La foto sul gruppo è rimasta meno di un giorno prima che venisse rimossa dalle autorità e la donna (la cui identità era pubblica in rete) è stata identificata. La donna ha ricevuto a casa una multa consegnata a mano in meno di 48 ore. Secondo diverse fonti giuridiche che hanno parlato del caso sui quotidiani spagnoli, questo è un classico abuso normativo, dato che è impossibile dimostrare che la pubblicazione di quella foto potesse costituire un rischio per gli agenti (che non sono stati neanche catturati nell’immagine). Un ricorso potrebbe essere vinto con facilità, ma l’iter burocratico non aiuta affatto: bisogna prima di tutto pagare la sanzione e le nuove tasse giudiziarie introdotte dal PP durante questa legislatura, assumere un avvocato, dedicare tempo e tutto quello che porta questo procedimento compreso lo stress per seguire la causa… Per una multa di 800 euro? Con il rischio di doverne pagarne altrettanti in spese processuali senza poi ottenere nulla? Non tutti sono disposti a prendersi un tale rischio. Ed ecco che “la forza” della legge bavaglio spagnola non è nelle multe da 600.000 euro (che forse non vedremo mai, si spera), ma bensì nelle sanzioni sotto i 1.000 euro, percepite dalle persone come una reale minaccia.
In un’intervista ad un lavoratore che protestava davanti al tribunale, poche settimane fa è stato domandato: “Cosa ne pensi della Legge di Sicurezza Cittadina? Sei preoccupato che ti possano mettere una multa di 300.000 euro per questa protesta?”. Si è messo a ridere e ha risposto “E chi cazzo ce li ha 300.000 euro!? Scoppierebbe un casino sui giornali… questi qua, (mentre indicava l’edificio del tribunale), sono dei pezzi di merda ma non sono mica coglioni”. L’intervistato ha ribattuto: “E se la multa fosse di 1.000 euro?”. A questa domanda inaspettata l’uomo si è preoccupato, la sua voce si è fatta più debole. “Quello sarebbe un problema per la mia famiglia”.
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Fonte articolo: http://www.valigiablu.it/le-prime-vittime-della-legge-bavaglio-in-spagna-vietato-criticare-polizia-e-politici-sui-social-e-non/
Licenza cc-by-nc-nd valigiablu.it
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