Un altra prova “schiacciante” dell’esistenza delle VITE PASSATE. Guarda i video
Un po’ di tempo fa abbiamo pubblicato un video di un bambino che ricordava perfettamente la sua vita precedente con dettagli sconcertati e verificati, qualche tempo dopo un articolo di un altro bambino che oltre a ricordare la sua vita passata ha anche smascherato chi lo aveva ucciso. Entrambi sono stati tragli articoli più commentati e condivisi. Si parla di un argomento che attira molta curiosità e allo stesso tempo scetticismo…
Il canale di Sky TV, ha presentato un caso molto interessante.
I fatti si sono svolti nello Sri Lanka, paese dove la reincarnazione è in genere accettata.
Una bambina asseriva sin da piccola che sua madre non era la sua vera madre, soffriva di forti sensi di colpa e la genitrice non se ne spiegava il motivo. I luoghi dove viveva non erano i “suoi”, si ricordava inoltre che la causa della sua morte era avvenuta per annegamento.
Più in la con gli anni, i genitori si convinsero ad incontrare la famiglia “originale” ancora in vita.
La ragazza “riconobbe” subito la madre, le si buttò letteralmente al collo e cadde in ginocchio davanti a lei.
Anche la “madre” riconobbe nella ragazza la bambina morta annegata nel fiume anni prima. Quest’ultima, capace di nuotare e senza fobie riguardanti l’ acqua, provava un terrore profondo quando passava sul punto del fiume dove anni prima era annegata la sua bambina.
Ma anche un’altra storia ha davvero dell’incredibile… la storia è quella di Cameron, il bambino scozzese con due vite: “Mamma, sono nato due volte”
A 6 anni, Cameron ha ricordi precisi. Un’altra madre, un’altra casa, un cane. Che però non aveva mai visto. Poi un viaggio su un’isola. E la scoperta: quel piccolo era già stato lì in un’esistenza precedente ?
Clydehank (Gran Bretagna), luglio 2007 biondo, occhi azzurri e faccina pulita. A prima vista Cameron, sei anni, e’ un bambino come tanti. A scuola è molto loquace: adora raccontare alle maestre episodi legati alla famiglia, alla madre, alla sua casa. Un comportamento normale per un bimbo della sua età.
Se non fosse per un unico, piccolo particolare: il bimbo non aveva mai visto ne la famiglia, ne la madre, né la casa di cui parlava. O è meglio dire che non le aveva mai viste in questa vita?
Cameron Macaulay viveva con la madre Norma, separata e un fratello maggiore a Clydebank, città industriale vicino a Glasgow, in Scozia. È stato all’ età di tre anni che iniziò ad avere un comportamento strano: parlava sempre di persone immaginarie, che non aveva mai conosciuto. Ma le sue stranezze non finivano qui: descriveva nei dettagli alcuni luoghi nei quali sosteneva di aver vissuto. Com’era possibile se non era mai uscito da Clydebank ?
A volte diceva di essere cresciuto a Barra, un’isola sperduta a nord della Cornovaglia, a 300 chilometri dalia sua città. Dove non era mai stato prima. Ma soprattutto una cosa preoccupava mamma Norma: suo figlio nominava di continuo la sua vecchia famiglia, la (mamma e i fratelli di prima).
Cameron parlava anche di suo padre, ma non di quello attuale, vivo e vegeto, bensì di quello (vecchio), di nome Shane Robertson, morto, secondo il piccolo, in un incidente d’auto. Descriveva sempre la casa in cui viveva prima: grande, bianca e affacciata su una baia di Barra, dalla quale diceva di sentire il rumore degli aerei che atterravano sulla spiaggia. Spesso il bimbo si lamentava della sua casa di (adesso), dotata di un solo bagno mentre quella di allora ne aveva tre. Anche la sua famiglia attuale non gli andava tanto bene, perche’ viaggiava troppo poco rispetto a quella (di prima).
Per tre anni la mamma di Cameron e le maestre assecondarono i suoi discorsi, ritenendoli frutto di fantasia.
Quando Cameron ebbe compiuto sei anni la situazione precipitò: piangeva tutti i giorni perché voleva tornare dalla famiglia e dagli amici che aveva quando viveva a Barra. Per risolvere la questione una volta per tutte, a Norma rimaneva solo una cosa da fare, accompagnare suo figlio nel posto descritto dal figlio. Era certa che il bambino, giunto sull’isola, avrebbe ammesso di essersi inventato tutto. Intanto Norma aveva saputo che una casa di produzione tv era alla ricerca di storie legate alla reincarnazione. Così ebbe l’ idea di contattare la troupe e propose il caso di suo figlio e insieme con loro decise di girare un filmato sul viaggio a Barra. Al gruppo si aggiunse Jim Tucker, americano, direttore della clinica di Psichiatria infantile della Virginia University, incuriosito dalla vicenda.
Cameron era felicissimo. Arrivati sull’isola, però, la delusione: dopo aver visitato quasi tutte le case del posto, Cameron si accorse che nessuna corrispondeva a quella che descriveva. Ed è stato a quel punto che nel tragitto verso l’albergo, Norma ebbe un’intuizione: Cameron aveva detto di vedere, da casa, la spiaggia sulla quale atterravano gli aerei.
Avrebbero fatto tappa lì. Pochi chilometri ed ceco la sorpresa: in lontananza apparve la casa bianca, isolata e affacciata su una splendida baia…
Appena fu arrivato, Cameron non ebbe dubbi, si precipitò a colpo sicuro verso un pertugio ben nascosto da cespugli: un’entrata segreta che non si sa come potesse conoscere, poiché dall’esterno era totalmente invisibile. E mentre erano lì, stupiti e un po’ sconvolti, arrivò una telefonata: una famiglia Robertson era esistita veramente su quell’isola e aveva abitato in quella casa bianca, affacciata sulla baia di Cockleshell. Proprio come descritto da Cameron.
La casa era disabitata: gli ultimi discendenti del clan se n’erano andati da tempo. Ma ecco che arrivò una magnifica notizia, quella stessa sera, arrivarono in hotel alcune foto di quella ormai famosa famiglia Robertson mandate dall’anagrafe: il bambino, infatti, aveva riconosciuto il cane maculato e l’auto nera di cui parlava spesso.
Dunque quel bambino si era davvero reincarnato? Nessuno scienziato ce lo potrà dire. Di certo quando il gruppo è ripartito Cameron era tornato sereno: aveva condiviso con altri il peso di quella doppia vita, dolce e amara. Con cui era bello ma a volte troppo difficile convivere.
Guarda il video-documentario in più parti che la trasmissione Voyager ha dedicato a questa storia:
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Dico che si crede se se ne è fatta esperienza. E' il concetto di fantasia e d'immaginazione che è cambiato nel tempo, ma l'Anima ascoltata ti da le sue coordinate.