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Attenzione alle verdure confezionate: contaminate da batteri per l’ 87%

verdure confezionate

 

Ti sei mai chiesto come vengono “trattate” le verdure confezione che si trovano nei banco frigo dei supermercati? Quelle già pronte da mangiare, già lavate ecc…

Con questo articolo vi sveleremo un pò di cose sulle verdure “pronte all’uso”.

Nelle etichette si trova scritto: “pronte da consumare”, invece dovrebbe esserci scritto: “Da lavare accuratamente prima di consumare”.

Contrariamente alle indicazioni riportate sulle confezioni, specialmente le insalate in busta già tagliate, lavate e asciugate richiedono un ulteriore lavaggio domestico, per eliminarne la carica batterica accumulata.

L’università di Torino ha fatto un test e ha visto che su  100 buste di insalata pronta risultavano esserci elevate quantità microrganismi di svariata natura. Il pericolo è che questi batteri, crescono in modo esponenziale in pochi giorni. Con ben due conseguenze di tossinfezione alimentare specialmente quando sono presenti microrganismi patogeni e un deperimento organico del prodotto in tempi decisamente troppo brevi, cioè molto prima della scadenza indicata sulla confezione in 5-7 giorni.

Carica eccessiva di batteri:

Lo studio dell’università di Torino ha analizzato diversi vegetali tra cui: insalata mista (20 buste), spinacino novello (20), cicorino verde tagliato (27), lattughino verde (20), carote (13). I test sono stati fatti nel giorno del confezionamento e in quello della scadenza indicata nella confezione. Stante il vuoto normativo che ancora caratterizza il settore, l’esperimento è stato fatto sui parametri microbiologici della normativa francese, oltre a quelli della legislazione comunitaria (reg. 2073/05), che però contempla solo i microrganismi patogeni.

I risultati dei test sono davvero sconcertanti, in special modo per i prodotti venduti a prezzi molto alti e già pronti per l’uso.

Si superano i limiti:

Il risultato rileva che la carica mesofila totale a 37 gradi, il 40% dei campioni esaminati nel giorno del confezionamento è risultato oltre i limiti. Dopo i 5-7 giorni di vita commerciale, la quota degli irregolari è balzata all’87%.
Con la stessa dinamica, il 30% delle insalate che non hanno superato il  test della colimetria è balzato al 60% nel giorno della scadenza.

Pericolo Escherichia coli:

Anche il test sui microrganismi patogeni, quelli in grado di fare ammalare una persona sana, ha evidenziato anomalie preoccupanti. Nelle buste esaminate il 3% è risultato positivo all’Escherichia coli. In ben 2 casi su 3 l’esame ha evidenziato la patogenicità della contaminazione.
Le percentuali più alte, sono state individuate su altri germi patogeni: l’Enterobacter sakazakü è stato isolato nel 10% dei campioni, lo Pseudomonas nel 17% e lo Staphylococcus nel 18% delle insalate.

insalata confezionata

Le peggiori quelle a foglia tagliata:

Si è visto che le verdure (insalate) a foglia tagliata, sono le peggiori. Stefania Fornasero, coautrice della ricerca spiega al settimanale dei consumatori: “La ragione è che “l’epitelio (la foglia, ndr) rotto ha una maggiore predisposizione alla contaminazione ambientale”. Più frequente della media è anche la contaminazione degli spinaci, in questo caso per la presenza di terra.

A quali rischi andiamo incontro:

Si devono distinguere i germi individuati.  Il dato rinvenuto sulla carica mesofila totale funziona come rivelatore generale della freschezza del prodotto e della sua qualità. Più raffinato è il valore sui coliformi totali: indicatori di igiene. Quando sono molto numerosi è segno di degenerazione del prodotto.  Esempio: Foglie marce e maleodoranti, nel caso dell’insalata.

Come si può essere sicuri:

Qui non si parla più della qualità organolettica, invece ci si sposta sulla sicurezza alimentare, quando ci si imbatte nei germi patogeni. Inquieta la presenza in 3 insalate, 2 volte con carattere patogenico, dell’Escherichia coli, un germe che vive nell’intestino dell’uomo e dell’animale e rileva il contatto dell’alimento con materia fecale.

Potenzialmente patogeni:

Non abbiamo notizia purtroppo, sulla gravità della ricerca come il nome dei prodotti analizzati.
Gabriella Amisano, tra gli autori della ricerca: “Si tratta di due casi di Escherichia coli solo potenzialmente patogeni, perché non essendo stata fatta la sierotipizzazione non vi è conferma. La nostra indagine inoltre è qualitativa, non quantitativa. Sappiamo che è un germe indicatore di inquinamento fecale. Ma la sua quantità ne decide la pericolosità. Se il Coli è posto in condizioni ottimali può crescere a un numero significante”.

Che precauzioni prendere:

Ci andrebbero verifiche più accurate. In attesa di queste non resta che assumere qualche precauzione.

Quindi, cerchiamo di evitare le confezioni vicine alla scadenza; mantenere la catena del freddo, non esponendo l’insalata a fonti di calore, lavare la verdura prima di metterla in tavola; mantenere la chiusura della busta per impedire contaminazioni con altri alimenti che sono presenti in frigorifero.

Questi sono i dettagli del il test condotto:

Lo studio sulle insalate pronte in busta che è stato pubblicato dal settimanale il Salvagente nel numero che è andato in edicola il 5 luglio e condotto dall’Università di Torino su 100 buste di insalata pronta ha denunciato elevate quantità microrganismi di varia natura.
Il test che è stato fatto  a Torino è composto di diversi vegetali: insalata mista (20 buste), spinacino novello (20), cicorino verde tagliato (27), lattughino verde (20), carote (13). E’ stato testato nel giorno del confezionamento e in quello della scadenza indicata dal produttore. Stante il vuoto normativo che ancora caratterizza il settore, i ricercatori hanno adottato i parametri microbiologici della normativa francese, oltre a quelli della legislazione comunitaria (reg. 2073/05), che però contempla solo i microrganismi patogeni. I risultati sono sconcertanti, specie per i prodotti venduti a caro prezzo come pronti per il consumo.

CAMPIONI IRREGOLARI

(rispetto alla norma francese DGCCFR-1988)

Carica mesofila totale a 37°
40% nel giorno del confezionamento
87% nel giorno della scadenza

Colimetria
30% nel giorno del confezionamento
60% nel giorno della scadenza

MICRORGANISMI PATOGENI

3% Escherichia coli (di cui 2 positivi alla ricerca di patogenicità).

10% Enterobacter sakazakü (solo il 5% con entrambi i geni di patogenicità, ESSB e ESSF)

Attenzione quindi a quello che scegliete di comprare al supermercato. Il nostro consiglio rimane sempre quello di prediligere le verdure possibilmente più fresche e cosa molto importante di stagione.

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