La Bufala delle Energie Alternative: ecco perchè la Crisi Energetica e Alimentare è alle porte

Tutti pensano alla Crisi finanziaria e non volgono lo sguardo oltre la staccionata di casa notando che siamo alle porte di una crisi Energetico/Alimentare ….. Nel 1940 Houston ( Texas, USA) risultava la capitale mondiale dell’industria petrolifera. L’ America era il più grande esportatore netto di greggio al mondo.

Se il nostro amato Paese, come tanti altri, necessitava di alcuni barili di petrolio non doveva far altro che contattare un intermediario e acquistare il greggio dagli statunitensi. Tutto ciò non fece altro che innalzare lo strapotere del Dollaro, infatti le grandi Corporations, le Banche Centrali e i Governi per poter acquistare materie prime e greggio dovevano disporre di grandi quantità di valuta statunitense.

Nello stesso periodo ( 1940), il più grande geofisico del XX secolo, Marion King Hubbert, diede alla luce le sue prime teorie, tra cui la famosa curva di Hubbert. Il geofisico era stato etichettato come catastrofista per aver avvertito gli USA affermando: ” il Paese non può più pensare di costruire un modello di sviluppo considerando di restare per sempre l’esportatore netto mondiale”.

Hubbert sapeva perfettamente che l’andamento del processo di sviluppo che ha un Paese esportatore non è lineare, ma segue una curva con andamento a campana rovesciata.

Ovvero, per un determinato periodo di tempo si assiste ad una crescita dell’otput produttivo e successivamente, in seguito ad un picco, si assiste ad una discesa della produzione, il tutto per cause geofisiche. Inoltre Hubbert affermò che l’industria petrolifera statunitense avrebbe raggiunto il suo picco intorno al 1970-73.

Se ci guardiamo indietro, notiamo con stupore che il geofisico non si era sbagliato, in quanto proprio negli anni ’70 la produzione nazionale di greggio iniziò a scendere vertiginosamente, a discapito dell’aumentare costante della richiesta. Il tutto diede vita alla crisi petrolifera degli anni ’70.

A questo punto gli USA, sotto la spinta della CIA, capirono la necessità di dover individuare uno Stato per avviare una partnership volta al sostenere la crescita del Paese. Tale Stato, soprannominato il 51°, fu individuato, non a caso, nell’Arabia Saudita. Paese ricco di giacimenti petroliferi, con il minor costo estrattivo ( 50 cents di dollaro per estrarre un barile, contro i 5 dollari di standard medio) e con una popolazione principalmente analfabeta e sottomessa ad una ricca monarchia. L’accordo tra la CIA e la famiglia reale diede vita ad un vero e proprio Patto di Sangue.

E’ come se la CIA avesse detto all’emiro: ” Io, USA, mi impegno a comprare il tuo greggio in Dollari statunitensi; Tu, Arabia, ti impegni a sfruttare gli stessi dollari per aiutare la mia economia, investendoli a Wall Street, nelle mie Corporations e finanziando lo Zio Sam. ( Ora capisci perchè la famiglia Bush fu al potere per tutti questi anni??…) Fu un Accordo Epocale! I guadagni delle 2 parti erano, e sono, strettamente correlati.

Pensate agli Usa, stampano denaro tramite la Federal Reserve ( a costo zero), si recano in Arabia per saldare il conto del greggio richiesto, ritornano in patria con la materia prima e obbligano la Casa Reale a reinvestire la stessa somma di denaro ( Stampato a costo zero) nella borsa o nelle aziende statunitensi! Un bel giochino !!! Non mi sorprende se il Sultan bin Salman Al-Saud detiene, direttamente o indirettamente, circa il 10% del PIL Americano.

L’Arabia Saudita avrebbe il potere di far collassare il gigante USA. Tuttavia se l’ industria petrolifera statunitense raggiunse il picco negli anni ’70, si prevede che presto anche l’industria Saudita raggiungerà il suo picco ( sempre se non l ha già raggiunto). Ma la domanda non è principalmente quando si raggiungerà il picco, ma come gli USA gestiranno questa situazione. Come potrà continuare a sostenersi lo Zio Sam ?

Ormai è noto a tutti, il baricentro del potere mondiale si è spostato e tutto ciò ci fa comprendere le motivazioni di tutte le ultime guerre statunitensi. A questo punto sorge spontanea la riflessione: ma a chi importa la situazione critica del petrolio, il futuro è nelle energie alternative!!

Ma siamo sicuri di poterle definire alternative? Io le definirei: DERIVATIVE. In quanto senza greggio abbondante a buon mercato non è possibile sostenere le industrie del fotovoltaico, dell’eolico dell’H ecc. Vi siete mai domandati di cosa è costituito un Pannello Fotovoltaico? E’ essenzialmente composto da: silicio, rame, indio e altri metalli.

Secondo voi dove si trovano questi metalli, al supermercato? NO! Si deve scavare nelle viscere della terra, ogni anno sempre più in profondità! E per poter effettuare tali operazioni di estrazione sono necessari strumenti e mezzi, dissipatori di energia. Secondo voi un escavatore industriale dal peso di diverse tonnellate si può muovere grazie a un pannello fotovoltaico? Ma stiamo scherzando?!

Siamo legati al greggio come non mai! E non possiamo definire le attuali energie rinnovabili come alternative, in quanto sono DERIVATIVE, dipendono in modo assoluto dall’industria petrolifera.

Quindi propongo una riflessione: riusciremo a mantenerci quando l’otput sarà negativo e la richiesta sarà alle stelle? ( non iniziate a dire del Bioetanolo! E’ stato dimostrato che per produrre 1 litro di bioetanolo sono necessari 1,3 litri dello stesso! senza tener conto del disagio che genera all’ambiente e alle popolazioni che coltivano il mais). 

E’ inutile continuare a parlare di crisi finanziaria quando siamo alle porte di una Crisi Energetica/Alimenatre. Cosa ce ne facciamo di 100mila euro in banca se poi non sappiamo se domani avremo la corrente in casa o se il nostro supermercato sarà rifornito?!

Smettiamola di vivere della cacca della terra! ( in fondo il petrolio è questo, la cacca del nostro Meraviglioso Pianeta)

Mattia Ribero

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