Coerenza: questa sconosciuta
L’etimologia di questa parola deriva dal latino:
CUM= insieme e HAERERE= essere attaccato
Il significato che ne danno i vocabolari di lingua italiana, riferito ad una persona, può essere racchiuso in: “colui che non disdice o contraddice, né con i fatti né con parole, ciò che prima ha affermato o pensato”
Il mio percorso di crescita interiore e risveglio è iniziato ormai più di 20 anni fa e da allora a oggi, a mano a mano che i “veli” di ignoranza andavano sciogliendosi davanti ai miei occhi, ho iniziato a vedere in modo diverso e più consapevole il mondo e le persone che mi circondavano.
E se c’è una cosa che noto con frequenza crescente è in assoluto la mancanza di COERENZA nelle persone.
Sin da piccolo amavo scherzare dicendo: “se le parole avessero un prezzo, per essere pronunciate, avremmo un mondo migliore” purtroppo invece parlare è GRATIS e tutti possono dire, raccontare, promettere, sproloquiare, imbonire, mentire o semplicemente promettere cose che in realtà non hanno nessuna base reale nel mondo concreto.
E se pensassimo che la maggior parte dei danni che si creano nella nostra società deriva dall’incoerenza della gente e dalla sua incapacità o spesso dalla sua mancanza di volontà nel mettere in pratica ciò che dice o pensa, potremmo renderci conto che forse questa “virtù” dovrebbe essere un po’ più curata.
E senza dover andare a vedere le cose più palesi come le promesse dei politici che non vengono mantenute o quelle dei venditori che racconterebbero di tutto pur di vendere, spesso in questi ultimi anni mi sono imbattuto in persone che mi hanno fatto davvero riflettere.
E così passando gli anni e diventando sempre più “osservatore” :
- ho visto Trainer che tenevano corsi di “creazione e gestione dei team” che non riuscivano a tenersi una persona vicino per più di un mese ed avevano un turn over nei loro uffici spaventoso;
- ho visto proprietari di ditte di prodotti dietetici che pesavano 130 chili;
- ho visto psicologi con personalità multiple;
- ho visto formatori che raccontano quanto male faccia la carne, ordinare fiorentine da un chilo;
- ho visto consuelor relazionali pagati per aiutare a creare una relazione stabile che non riuscivano a mantenere una relazione stabile;
- ho visto medici omeopati e naturopati che alla prima malattia si imbottivano di medicine;
- ho visto guaritori, gravemente malati;
- ho visto gente che insegna a essere felici grazie al denaro e essere ricca ma infelice;
- ma sopratutto vedo e incontro costantemente persone che parlano, parlano, parlano e spesso si comportano concretamente nella maniera opposta a quanto detto.
In occidente spesso si scherza dicendo che se una donna dice “no” allora vuol dire “si” e viceversa… ma spesso questo non vale solo nel caso delle donne!
Purtroppo se la maggior parte delle relazioni (forse ormai più del 95% ) va in crisi nell’arco di pochi anni, credo che la mancanza di coerenza tra ciò che viene detto e ciò che realmente si ottiene con le azioni ne sia la causa principale.
Quando si studia comunicazione la prima cosa che si apprende è che:
“IL SIGNIFICATO DELLA COMUNICAZIONE STA NEL RESPONSO CHE SE NE OTTIENE”
il che significa che non è importante ciò che tu dici o pensi di voler ottenere, ma è importante ciò che ne si ottiene.
L’esempio più banale potrebbe essere dato dal mio intento di far colpo su una donna donandole delle rose, io non so che è allergica a quei fiori, quindi le provoco uno shock anafilattico! Non era importante il mio intento di conquistarla, ma il risultato che ho ottenuto.
La COERENZA non è così semplice da mettere in pratica poiché, per mia esperienza, ho notato che in ognuno di noi convivono due grandi “poteri” uno che potremmo chiamare IO DESIDERATO e l’altro “IO REALE”
L’IO REALE è ciò abbiamo costruito negli anni, con i traumi, gli insegnamenti dei genitori, i dolori, le mancanze, i bisogni, le competizioni, ecc . Quello che, in qualche modo, potremmo definire EGO, che ha un potere enorme sulle azioni perché è lui a gestire il 98% dei comportamenti automatici e immediati.
L’IO DESIDERATO è invece ciò che si vorrebbe diventare in un futuro ipotetico creandosi magari l’immagine di una “bella persona” senza maschere, bugie, emozioni negative, rabbie, scatti d’ira, paure, ecc, ecc. Peccato che questo gestisca solo il 2% dei comportamenti, quelli COSCIENTI, quelli che possono essere sotto il nostro controllo consapevole.
C’è da ricordare, però, che la nostra coscienza è estremamente limitata e non riesce a “controllare” molte “finestre” contemporaneamente ( se vogliamo usare una metafora computeristica ) e quindi basta essere impegnati nel dover controllare altro consapevolmente perché l’EGO parta in automatico mostrando ciò che è realmente e ha sempre fatto andando a creare le INCOERENZE che poi generano i problemi relazionali e le incomprensioni.
Facciamo alcuni esempi pratici:
“una donna, con un estremo bisogno di ammirazione che viene soddisfatto quando più uomini possibili le fanno complimenti, la ammirano, la invitano e in qualche modo ci “provano” ( IO REALE) che dice al suo compagno che lo ama davvero e non ha più bisogno di tutto questo poichè lui la soddisfa completamente (IO DESIDERATO). Si trova quindi in situazioni in cui, malgrado con le parole dica di essere impegnata a tutti gli “avventori” , il resto della sua comunicazione (non verbale, paraverbale, prossemica, ecc) comunica il contrario e tutti i pretendenti continuano ad avanzare le loro “proposte”. Se le venisse fatto notare, l’IO DESIDERATO potrebbe obbiettare: “Io dico di essere impegnata, ma loro non capiscono” ma in realtà sappiamo che l’IO REALE, che gestisce il vero comportamento, ottiene esattamente l’obiettivo prefissatosi.”
“Un uomo dice di voler perdere peso e di impegnarsi al massimo per farlo con il fine di stare meglio in salute (IO DESIDERATO), mentre internamente l’IO REALE sa che se dimagrisse diventerebbe più affascinante e più donne potrebbero essere interessate a lui, in tal caso la moglie ne diventerebbe gelosa, ma lui è innamorato della moglie e non vuole creare dissidi… quindi non dimagrirà mai”
Questo tipo di comportamenti generano quella che viene chiamata DISSONANZA COGNITIVA. Quando questa viene messa in evidenza generalmente il soggetto può avere una di queste reazioni:
1) crea una scusa più o meno plausibile per giustificare il proprio comportamento;
2) riversa sull’interlocutore la responsabilità di non aver capito o interpretato male;
3) si ferma a ragionare e cerca di comprendere cosa dentro di lui ha causato la DISSONANZA (questo purtroppo accade solo in persone più evolute)
E tu quale di queste 3 usi?
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Creavo una scusa piu o meno plausibile…
Grazie di questo articolo.Diretto ed inequivocabile.Ho fatto la domanda a se stessa e mi sono data la risposta…